ATTUALITA' SU NUDISMO E LIBERTINAGGIO SESSUALE NEL MONDO

domenica 25 gennaio 2009

IL PRESIDENTE DEI GENITORI CATTOLICI ITALIANI SCRIVE UNA LETTERA APERTA AL MINISTRO GIUSTIZIA

ASSOCIAZIONE GENITORI CATTOLICI



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Lettera aperta




AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA




Sig. Ministro è innegabile il Suo attivismo in relazione al problema giustizia e soprattutto è noto il Suo impegno inerente alla più volte auspicata riforma della Giustizia. I mass media riportano alcune indiscrezioni riguardo alla medesima più o meno complete.

Ciò premesso mi permetto, anche a nome di numerosi cittadini che rappresento, di sottoporre alla Sua considerazione alcune riflessioni sul tema giustizia che S. Agostino definiva un cardine della società. Del resto, come Lei ben saprà, la corretta giustizia è un dovere biblico in base al quale molti addetti ai lavori risponderanno nel giorno del Giudizio, dove non conteranno le prerogative di casta, ma solo le “raccomandazioni” dei santi, in particolare dell’Avvocata Nostra.

Lei ha iniziato con il famoso lodo che porta il Suo nome, grazie al quale quattro cariche istituzionali godranno della più assoluta impunità finchè gli interessati manterranno la relativa carica. E di questo, me lo consenta, ai cittadini normali non importa nulla dato che, in buona parte, lo considerano soltanto una prerogativa di casta. In proseguo Lei si sta attivando per una riforma della giustizia che, secondo le indiscrezioni apparse sui giornali, poco o nulla migliorerà le sorti del comune cittadino.

Per essere più chiaro faccio riferimento a tre (tra i moltissimi) episodi riportati dalla cronaca recente.

La sentenza di soli 16 anni per colui che ha ucciso barbaramente la fidanzata; sentenza alla cui lettura la madre della povera vittima, prima di svenire, ha gridato “Me l’hanno uccisa due volte” (ritornello purtroppo sentito in occasione di altre sentenze).

Il comportamento di due rom che dopo essersi ubriacati in un bar, hanno aggredito il gestore del medesimo che chiedeva loro di pagare il conto, lo hanno inseguito fino al pronto soccorso, hanno aggredito i medici e gli infermieri presenti; sono stati finalmente bloccati dalle forze dell’ordine, denunciati…. e sono tornati a piede libero il giorno dopo, nel Paese del bengodi dei delinquenti.

La sentenza Reggiani commentata come segue da un cittadino scandalizzato che ha scritto anche a noi, basandosi su un articolo de “La Repubblica”,

“Omicidio Reggiani: pena ridotta a 29 anni per l'assassino.
Nelle motivazioni della sentenza con cui la Corte ha condannato il giovane romeno a 29 anni di reclusione, i giudici scrivono: "La Corte, pur valutando la scelleratezza e l' odiosità del fatto, commesso in danno di una donna inerme e, da un certo momento in poi esanime, con violenza inaudita, non può non rilevare che sia l'omicidio, sia la violenza sessuale, limitata alla parziale spoliazione della vittima e ai connessi toccamenti, sono scaturiti del tutto occasionalmente dalla combinazione di due fattori contingenti: lo stato di completa ubriachezza e di ira per un violento recente litigio sostenuto dall'imputato e la fiera resistenza della vittima".
Secondo la terza Corte di assise "in assenza degli stessi (i due fattori contingenti) l'episodio criminoso, con tutta probabilità, avrebbe avuto conseguenze assai meno gravi". Mailat, oltre alla condanna detentiva fu condannato anche al pagamento delle spese processuali. Alla parte civile la Corte riconobbe una provvisionale di 500 mila euro.



Insomma per i giudici la vittima è colpevole per la sua tragica fine: il tizio che l'ha aggredita voleva solo rapinarla e palpeggiarla un po', ma la Reggiani ha frustrato le sue pretese con una ostinata difesa; il criminale se l'è presa e l'ha ammazzata di botte. Se la sventata fosse stata più tranquilla e ragionevole, ora sarebbe ancora viva: è sacrosanto allora concedere le attenuanti generiche al suo assassino!




Riguardo a tali emblematici episodi non abbiamo udito, salvo errore, la Sua voce di condanna per simili andazzi e il Suo pronto impegno tendente a neutralizzare questa sconcertante giustizia, frutto non solo del modo di ragionare di certi giudici, ma anche di leggi permissive tese a tutelare Caino sacrificando costantemente Abele.

Per non tediarla concludo con una domanda. E’ mai stato nelle aule di giustizia (come semplice e privato cittadino) dove si svolgono i processi civili sia di primo sia di secondo grado (luoghi ironicamente da un legale definiti “mercato” per il movimento umano e i bivacchi davanti ai giudici)? Qualora non l’avesse mai fatto Le suggerisco di provare questa esperienza che interessa milioni di cittadini e non solo i membri della casta. Scoprirebbe come funziona la giustizia e come è costretta ad operare nell’epoca dell’informatica. A proposito, un legale mi ha confidato che in una città del Nord da quattro mesi non si effettuano più esecuzioni in quanto è bloccato l’armadio che contiene i fascicoli processuali. Le confido che mi pareva una barzelletta, ma il legale ha insistito autorevolmente confermandomi la situazione e assicurandomi che è ben nota.

Tanti auguri di un fervido lavoro a favore dei comuni cittadini che pagano le tasse, tirano la carretta, mantengono la casta e quando girano in luoghi pubblici (non godendo di scorta o di gorilla) devono stare bene attenti ai delinquenti vari che, pluridenunciati, sono a piede libero, non pagano le tasse, se si fanno male nelle loro azioni delinquenziali (risse, rapine, stupri, omicidi, accoltellamenti ecc.) vengono curati gratuitamente a spese di Abele e se ne infischiano delle leggi permissive del Bel Paese.




Distinti saluti.




Ah, dimenticavo. Legga, se vuole, l’articolo “I vigili urbani? Con i rom conciliano sempre” – Libero 15/1/2009 scritto da Renato Farina (membro del Parlamento). Potrebbe essere un utile argomento di conversazione con il Suo collega Ministro dell’interno.




Il Presidente

Dr. Arrigo Muscio
















Il Presidente

Dr. Arrigo Muscio

www.muscio.it

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